Incoronazione dell'Immagine di Maria SS.ma dell'Altomare

Avvenuta il 3 settembre 1899 per le mani del Card. Serafino Cretoni, a nome del Capitolo Vaticano.

LA RIFLESSIONE TEOLOGICO-SPIRITUALE

LA REGALITÀ DI MARIA
di Don Francesco Santomauro

La Regalità Messianica è lo stato a cui sono destinati tutti i cristiani. Maria, per prima e più di tutti, realizza in sé la promessa di Gesù: “Per voi, che avete perseverato con me nelle mie prove, io preparo un Regno, come il Padre l’ha preparato per me, perché possiate mangiare e bere alla sua mensa nel mio Regno, e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele” (Le 22,28-30).

La regalità di Maria sta tutta nel suo essere completamente riempita e coperta dalla presenza di Dio.

La presenza di Dio la avvolge e la riempie; la sua fede, fatta di totale disponibilità-fiducia-umiltà, permette a Dio di abitarla: in Maria Dio si fa carne, si fa uno di noi.

“L’anima mia magnifica il Signore”.

Maria proclama grande il Signore. Maria desidera che Dio sia grande nel mondo, sia grande nella sua vita, sia presente fra tutti noi. Se Dio è grande, anche noi siamo grandi.

Facciamo in modo che Dio sia presente nella nostra vita comune.

Rendiamo Dio grande nella vita: Facciamogli spazio ogni giorno nella nostra vita e portiamolo agli altri.

MARIA REGINA DI UN POPOLO REGALE
di Don Salvatore Sciannamea

Che cosa vuol dire essere re oggi? Chi donna si immaginerebbe oggi regina? Eppure celebriamo Maria, coronata, qui, in questo nostro santuario. Ma di che cosa si viene coronati? Il capo è il luogo della conoscenza, la parte più alta dell’uomo. L’uomo è chiamato ad essere coronato di onore e di gloria (cfr. Sai 8). Dio si toglie la corona per porla sul nostro capo. Eppure il centro di tutto questo è caratterizzato dalla periferia del male. Il salmo 8 esprime la bellezza e regalità dell’uomo, ma ogni cosa è circondata dal dolore. Non è forse vero che attorno a quella corona ci sono lacrime? Non è vero che ci sentiamo più vicini a Maria quando passiamo dalla periferia del peccato alla grazia dell’amore di colui che l’ha resa tutta bella? In ogni ave Maria preghiamo per noi peccatori … Ma perché quella corona ci dovrebbe appartenere? Nel Figlio contempliamo, come l’uomo coronato di onore e di gloria, incorona la Madre per incoronare l’umanità tutta. Lui che l’ha fatta Madre, è il Re che la fa regina. Non ci sarebbe la corona di Maria senza quella di Cristo. Non sarebbe la tutta bella se il Figlio suo non fosse il più bello tra i figli dell’uomo. Dio si toglie la corona di gloria per donarla a noi. Il figlio prende una corona di spine per donarci la sua gloria. Il figlio di Maria, con quella corona, ci offre sua madre. Il Figlio, nella gloria, corona la nostra Madre per l’onore di ognuno di noi. Maria si toglie la corona per donarci la sua intercessione potente e accoglie la nostra regalità di popolo sacerdotale. Una corona non lontana da ammirare, ma fatta di una riconoscenza che parte dal centro, dal cuore. È coronata non per la sua testa, ma per il suo amore. Non come i re della terra, scelta dai potenti e dagli intrighi, ma dall’Amore. Se i nostri antenati e il popolo di Dio hanno messo in testa a Maria una corona che lei non si è scelta, è perché tutto è nato dal centro che è il cuore, il suo cuore di Madre. Dalla periferia al centro per tornare in periferia. La corona è in periferia ed è stata messa dopo aver fatto esperienza di un cuore di madre, ma quella stessa corona ci invita a ritornare di nuovo al centro. Dal cuore alla corona per ritornare successivamente al cuore. La regalità di Dio, di Cristo e di Maria è per ognuno di noi. La potremo riscoprire tornando al cuore di Dio, di Cristo e della Madre nostra. È lì che scopriamo il vero Re e la vera Regina. Oggi non occorre più una corona materiale, ma il cuore che porta l’amore nella periferia delle nostre esistenze, delle famiglie, degli ambienti di lavoro. Questa è la corona con cui, ognuno di noi, popolo regale di Dio, può rendere l’onore e la gloria con cui rendere grazie a Maria. Vivere come suoi figlii e pensare come ogni lontano è un suo figlio. Entrare nella sua sofferenza di Madre, condividerne il dolore per partorire l’amore. Maria è stata coronata non per il suo Figlio, ma da suo Figlio per ognuno di noi. È vivendo la fraternità che potremo riscoprire il senso di quel “prega per noi”, non per me, ma per tutti. È vivendo da fratelli che riceveremo la corona della figliolanza, è riconoscendoci figli nel Figlio che riceveremo la corona dell’onore e della gloria. È questa la corona che merita Maria oggi dal suo popolo. È questa la corona che Dio ha pensato per ognuno di noi.

LA “POSITIO” sull’INCORONAZIONE dell’IMMAGINE di MARIA SS.ma dell’ALTOMARE

Nel Luglio 2004 è stato possibile entrare in possesso di copia della POSITIO relativa all’Incoronazione della Immagine di Maria SS.ma dell’Altomare, avvenuta il 3 settembre 1899 per mano del Card. Serafino Cretoni.

Essa è conservata presso l’Archivio del Capitolo Vaticano di San Pietro, sotto il titolo “MADONNE CORONATE”, vol. XIX (coll. 938-955) e vol. XXXI (coll. 638-650).

Il vol. XIX contiene la domanda inoltrata dal Rettore can. Troya, il verbale della approvazione da parte del Capitolo Vaticano, la Bolla del Decreto Pontificio a firma Card. Mariano Rampolla del Tintaro, il verbale di consegna redatto dal Notaio Isacco Guglielmi.

Il vol. XXXI contiene l’opuscolo SANTA MARIA DI ALTOMARE. Affetti e Pensieri, deI Sacerdote Nicola M. Troya, Tip. B. Terlizzi – Andria 1899.

LA DOMANDA INOLTRATA dal Rettore Mons. NICOLA MARIA TROYA

A  S. Eminenza Rev.ma
Il Signor Cardinale Mariano Rampolla
Segretario di Stato, e Arciprete della Patriarcale Basilica di S. Pietro in Roma

Eminenza Reverendissima,

nella feria III dopo la Pentecoste del 1598 si compì nella città d’Andria (Bari) un avvenimento, che dovev’essere per essa una fonte larga, ed inesauribile di favori divini.
A 100 passi dall’abitato esisteva da tempo immemorabile una catacomba dedicata a S. Sofia. Non si sa quando, e perché questa catacomba fu tramutata in cisterna per uso comune de’ cittadini. In questa cisterna profonda, non si sa come, cadde una fanciullina. Per tre giorni continui la cercarono invano i suoi genitori. Ma ecco che alla fine del terzo giorno, cioè nel Martedì dopo la Domenica di Pentecoste del 1598, un contadino mentre attingeva l’acqua sentì una voce languente, che usciva dalla cisterna. Avvicinatosi più d’appresso con altri per osservare donde veniva quella voce, vide con sua gran meraviglia, che la perduta fanciullina galleggiava sull’acqua della cisterna.

Corse subito ad avvisare i genitori, i quali accorsi piangenti sul luogo del disastro a via di scale, e di funi cavarono viva dalla cisterna la loro figliuola.

Uscita fuori pericolo la fanciullina fu interrogata come avesse potuto stare tre giorni nell’acqua senz’ affogarsi.
Rispose che la Madre di Dio di Altomare dipinta sul muro di quella cisterna l’aveva per sua pietà liberata da quel pericolo.

Sparsasi in un baleno la fama di questo prodigio nella città, e nei paesi vicini non è a credere qual fosse l’accorrere di que’ popoli per vedere questa meraviglia, e su tutto la prodigiosa immagine di Maria.

Monsignor Basso vescovo di quel tempo in Andria per contentare i desideri di tutti fece subito cavare tutta l’acqua dalla cisterna, e fattavi costruire a fianco una comoda scalinata tramutò la detta cisterna in chiesa per far quivi venerare la prodigiosa immagine di Maria.
Dopo quest’avvenimento la cisterna di Altomare addivenne un vero pozzo di acque vive fatto per simboleggiare Maria, che ricettò nel suo vergine seno l’acqua della vita, Gesù Cristo, e che da quel giorno volle costituirsi acqua di vita per innumerevoli infelici, che dovevano fare a Lei ricorso in quel santo loco.

Eminenza, la pruova, che noi esibiamo di quanto qui viene asserito, è che dopo l’elasso di 300 anni la memoria di un tale avvenimento invece di trovarsi del tutto cancellata dalla mente e dal cuore degl’Andriesi, essa trovasi ravvivata, ed espressa in una fede vivissima, la quale è arrivata all’entusiasmo, e nella straordinaria molteplicità delle grazie, che questa fede ogni dl stà raccogliendo dalle mani di Maria S.S.ma di Altomare.

Questa gran fede, e quest’innumerevoli grazie di tre secoli hanno da se dichiarata taumaturgica la S. Immagine, e hanno formato di quella cisterna il secondo santuario di Maria per Andria, e per le città vicine. È bello vedere in tutte l’ore del giorno scendere piangenti per le due scale della S. cisterna tant’infelici di Andria, di Barletta, Trani, Molfetta, Trinitapoli, e S. Ferdinando, e poscia vederli risalire molto lieti a causa delle prodigiose guarigioni ottenute da questa S. Immagine.

Stante la verità delle cose da noi narrate: verità, che prontamente verrebbe confermata da migliaia di firme (se ciò abbisognasse) di cittadini andriesi, e delle città vicine, sentono tutti la necessità di attestare con una dimostrazione solenne la loro gratitudine a Maria SS.ma di Altomare.

È desiderio di tutti che nel 1898 s’eseguissero due cose.

La prima quella di festeggiare con la maggior solennità il terzo centenario del ritrovamento della S. Immagine.
La seconda quella d’incoronare col rito di S. Chiesa la taumaturgica mentovata Immagine.

In questa maniera non solo resterebbero appagati i voti ardenti degl’Andriesi, e de’ popoli vicini, ma pure colla più viva gratitudine verrebbero coronate in quell’Immagine le innumerevoli beneficenze prodigate da Maria SS. di Altomare a pro’ loro, e de’ loro antenati: impegnerebbero viepiù il cuore della Madre di Dio ad aumentare il numero delle sue grazie, e finalmente la fede istessa cristiana cotanto bersagliata in questi tempi tristissimi proverebbe un potente risveglio.

Eminenza, noi sapendo benissimo che gl’angeli destinati dalla Provvidenza all’alt’onore di donare, e posare sul capo della prodigiosa Immagine di Maria SS.ma le corone sono i Canonici dell’Ill.mo, e Rev.mo Capitolo Vaticano, al quale meritamente stà a capo l’Eminenza V. Rev.ma in qualità d’Arciprete, ci facciamo arditi di supplicare umilmente tanto l’Eminenza V. Rev.ma, quanto l’Ill.mo, e Rev.mo Capitolo sullodato da parte di tutta la cittadinanza andriese, e delle città vicine a volerci accordare la grazia d’incoronare con rito di S. Chiesa la mentovata S. Immagine di S. Maria di Altomare nel ventuno Agosto, o Settembre del 1898.

Nella lieta speranza d’impetrare la domandata grazia a nome di tutti bacio vivamente il lembo della S. Porpora, e m’onoro dichiararmi di V. Eminenza Rev.ma.

Andria (Bari) 16 Aprile 1898

Um.mo, e Dev.mo Servo
Nicola M. Can. Troya Rettore
della Chiesa di S. Maria di Altomare

Perpensa veritate eorum quae narrantur in hoc supplici libello, idipsum pro gratia ad majorem Dei gloriam commendamus.
Andrien die 16° Aprilis 1898
+ Fridericus Maria Episcopus Andriensis

Con queste parole scritte di suo pugno al termine della supplica, il Vescovo Galdi attesta la verità di quanto narrato e raccomanda l’accoglimento della domanda.

SINTESI DEL DOCUMENTO DI APPROVAZIONE

Dopo aver richiamato i motivi della richiesta, il Decano del Capitolo Vaticano, Rev.mo Can.co Michele Sisto incaricato di relazionare sull’istanza, raccolta l’approvazione dello stesso Capitolo, decreta di conferire all’Ordinario della Diocesi di Andria la facoltà di porre sul capo della Immagine di Maria SS.ma dell’Altomare, a nome del Capitolo Vaticano, una corona d’oro.
Dato dall’Aula Capitolare, 6 Agosto 1898
Felice Cavagni, canonico segretario