Perchè San Francesco d'Assisi nella Via Crucis all'Altomare?

di Don Antonio Basile

La presenza del poverello di Assisi, in ginocchio davanti a Gesù Crocifisso nella dodicesima stazione, non disturba affatto, anzi! Contemplando la scena e il relativo mistero, diventa quasi spontaneo correre con la mente e con il cuore all’esperienza mistica di San Damiano, quando il Crocifisso invitò Francesco ad andare a riparare la Sua casa che stava rovinando … ; è facile sentirsi portati anche ali’ altra esperienza mistica, quella del monte La Verna dove un serafino alato (Gesù stesso in croce!) impresse nella carne di Francesco, due anni prima della sua morte, i segni della Passione. Del resto, la postura del santo ritratto in ginocchio e di spalle, aiuta e quasi spinge il fedele devoto in preghiera a prestare il proprio volto a quello nascosto di Francesco e ad adorare il Crocifisso con lo stesso trasporto di fede e di amore riconoscente!

Il disegno, originariamente pensato solo come bozzetto della statuina destinata a completare l’opera Porta Fidei esposta dall’artista nella Cattedrale di San Pietro in Bologna nell’Anno della Fede, raffigura San Francesco seduto, ma con i segni identificativi di Papa Francesco: il ramo di nardo accanto alla mano sinistra, l’anagramma IHS sul cuore, la stella sopra la mano destra e il motto episcopale “Miserando atque eligendo”.

Ancora: Le dimensioni ridotte dei due disegni ci presentano un Francesco “piccolo”. Efficacissima questa intuizione artistica per farci comprendere senza tante parole la “scelta minoritica” di S. Francesco e dei suoi. Anche la Chiesa di oggi ha bisogno di un ritorno alla minorità, all’umiltà, alla povertà, alla capacità di “farsi piccoli” perché Dio l’Onnipotente possa operare ancora le sue meraviglie di grazia! Perché questa soluzione? Senza volere identificare in modo quasi banale Papa Francesco con il santo di Assisi, piace però vedere nella figura di San Francesco quasi l’angelo che accanto al sepolcro vuoto annunzia alle donne impaurite (l’umanità oggi è impaurita!): “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui” (Mc 16,6). “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto” (Le 24,5-6). Francesco di Assisi all’inizio del XIII secolo aiutò la Chiesa del tempo a riprendere vigore spirituale e autorevolezza morale; anche Papa Francesco, in questi primi mesi di pontificato, con le parole e i gesti sta ridando vigore spirituale alla Chiesa di oggi e speranza al mondo intero! E’ troppo vederlo come langelo della risurrezione mandato dallo Spirito Santo a ricordare, soprattutto a noi cristiani, che Gesù è veramente risorto, che è presente ancora in mezzo a noi, anzi cammina accanto a noi? Non pare!

Tornando ancora al disegno, S. Francesco è seduto su una base che può far pensare alla pietra tombale sulla quale l’angelo era seduto (Mt 28,3). Così il mistero della risurrezione di Gesù non è legato ad una ulteriore stazione, la quindicesima, giudicata da noi inopportuna, ma si coglie presente in ogni stazione della Via Crucis come la meta alla quale la fede spinge il credente in cammino.

La Via Crucis, voluta come segno forte nel santuario a ricordo di questo straordinario anno di grazia, sia un richiamo costante al dono della salvezza operata da Cristo. La preziosa opera d’arte, che arricchisce senza dubbio l’arredo liturgico del tempio, aiuti anche i fedeli a vivere la bellezza e la gioia della fede cristiana. Così l’anno della fede ha un prolungamento nel tempo, senza mai avere termine.

don Antonio Basile

Andria, 1 Dicembre 2013, Prima Domenica di Avvento.

Francesco

di Luigi Enzo Mattei
autore de LA PIETA’ DELL’ALTOMARE | LA VIA CRUCIS ALL’ALTOMARE

Nella quattordicesima Stazione si sono concentrati vari accadimenti, nella scena ove tutto è compiuto, apparentemente finito in una sconfitta, ove le immagini sono al confine tra ritratto ed allusione, ove i personaggi ed il paesaggio escono dall’unità di tempo, in questa scena appunto che ci consegna al dubbio ed alla speranza, si è andata idealmente a “collocare”, a breve distanza, una figura che non poteva essere esclusa. Si tratta di Francesco (già presente “di spalle” nella XII), nella versione già destinata al completamento della Porta Fidei nella Cattedrale di Bologna; tale immagine del “Poverello di Assisi” infatti è risultata talmente convincente e pregnante, peraltro pienamente emblematica del Papa (del quale riporta gli elementi dello stemma), da imporsi in tutta la sua “autonomia”, sino a costituire denominatore comune per la serie di opere intitolate “tre volte Francesco nell’Anno del Signore 2013”, appunto la Porta Fidei, la Sacra Natività Caprara-Montpensier nel Palazzo della Prefettura a Bologna e la Via Crucis all’Altomare.

“Francesco seduto” è apparso come l’Angelo nel Sepolcro, che invita a non cercare tra i morti Colui che vive. Una figura quindi che è andata quindi ad aggiungersi alla quattordicesima Stazione, completandola e costituendo l’utile nesso al Fonte battesimale che gli sarà accostato, cardine tra devozione e Fede tale immagine così seduta sulla pietra “dedica dell’opera” fortemente voluta dal Parroco-Rettore Don Antonio Basile, con l’esplicito riferimento agli emblemi di Papa Francesco,  attento e partecipe alla pia devozione scelta all’Altomare quale segno forte nell’Anno della Fede e dei Due Vescovi di Roma.

Luigi E. Mattei, 18 novembre 2014