IL CULTO MADONNA DELL'ALTOMARE MOLA DI BARI

di don Antonio Basile

Da alcuni devoti di passaggio avevo saputo che a Mola di Bari la prima domenica di luglio ogni anno si tiene una festa in onore della Madonna dell’Altomare; la notizia mi era parsa “nuova”, ma in realtà essa era già accennata nell’opuscolo di R. Mari (op. cit., p.68).

Il 04 luglio 2004, in occasione della festa esterna, mi recai a Mola per vedere di persona quanto accadeva e raccogliere notizie.
Una statua della Madonna dell’Altomare è conservata nella parrocchia Santa Maria di Loreto, nella zona Sud di Mola vicino al porto, centro della devozione e sede del comitato organizzatore della festa annuale in onore della Madonna nella prima domenica di luglio. Nel cortile accanto alla chiesa, chiusa per restauro, don Jean Paul stava terminando la celebrazione della Messa vespertina; fu lui a presentarmi al Parroco D. Raffaele Arango, un sacerdote colombiano incardinato nella Diocesi di Bari. Con grande cordialità egli mi invitò a indossare camice e stola per accompagnarlo durante la processione della Madonna che stava per iniziare. Dopo il tratto sul lungomare, la processione raggiunse il porto dove ebbe luogo la benedizione del mare; proseguì poi verso l’abitato per percorrere alcune strade della cittadina e fare ritorno nella chiesa parrocchiale da cui era partita. Le tante imbarcazioni ornate a festa, i marinai con le loro famiglie, l’afflusso di popolo devoto sullo sfondo del mare aperto, e il contesto delle luminarie e dei fuochi di artificio, tutto fu uno spettacolo insolito di fede e di folclore religioso, espressione semplice della devozione di quella gente di mare verso la Madonna dell’Altomare.

Alla mia domanda sull’origine del culto, D. Raffaele diede una risposta incerta, perché li da pochi anni, pregandomi di rivolgermi ai laici del comitato organizzatore della festa per avere risposte più esaurienti.

Martedì 18 dicembre 2007 sono ritornato a Mola. Il nuovo Parroco D. Pasquale Zecchini, giovane prete barese, mi ha fatto incontrare con Don Franco Fanizza, Parroco del Sacro Cuore in Mola, molese di origine e desideroso di capire meglio l’origine della devozione alla Madonna d’Altomare di Mola. Ho raccontato brevemente la storia della devozione di Andria, illustrandola con la documentazione fotografica (di Stillstudio) disponibile. Anche D. Franco mi ha fornito delle notizie, alcune certe e altre ipotetiche, sulla devozione a Mola che qui vengono sintetizzate.

La chiesa dedicata a Santa Maria di Loreto in Mola di Bari fu costruita nel 1588; sulla facciata spoglia risalta il bel rosone rinascimentale, scolpito in pietra dura in quattro pezzi. Sull’architrave del portale è incisa l’invocazione: “Lauretana Maria esto nobis dux et via -1588” (O Maria di Loreto sii per noi guida e via).

All’interno, sull’altare maggiore, si ammira una tela raffigurante la Madonna con il bambino Gesù, venerata col titolo di Madonna di Loreto; ma non si capisce il riferimento al celebre santuario mariano delle Marche, anche perché tra i molesi, particolarmente tra i marinai, non c’è mai stata una particolare devozione alla Madonna di Loreto.
Accanto alla facciata della chiesa che guarda verso il mare distante pochi metri, si erge maestoso il superbo campanile di pietra, alto circa 50 metri, con cupola a cipolla: è come un FARO che indica la rotta ai marinai e costituisce come un segno di orientamento spirituale per tutta la gente di mare.

Nel 1950 la chiesa divenne Parrocchia. Nessuno sa dire quando e come la devozione alla Madonna dell’Altomare sia approdata a Mola di Bari. E’ possibile solo fare delle ipotesi.

I più anziani ricordano che un tempo molti uomini all’inizio dell’estate da Mola “emigravano verso la Puglia”, come dicevano loro, cioè nel foggiano per essere impiegati nella mietituradel tanto grano coltivato nel tavoliere. E’ probabile che abbiano incontrato altri operai provenienti da Andria e da questi abbiano conosciuto la storia della Madonna dell’Altomare tanto venerata dagli andriesi.

La notizia, portata a Mola, deve aver suscitato tale interesse nei marinai da far nascere in loro il desiderio di invocare la Madonna dell’Altomare e di affidarsi a Lai per essere protetti dai tanti pericoli del mare.

Col tempo la devozione si diffuse non solo tra i marinai, ma anche tra gli altri fedeli, avendo sempre come punto di riferimento la chiesa di Santa Maria di Loreto nella quale fu collocata una statua cui fu dato il titolo di Madonna dell’Altomare. La devozione popolare fu incrementata sempre più finchè nel 1948 il sacerdote D. Giuseppe Buonsante, rettore della chiesa e professore nella vicina Scuola Marittima, propose e realizzò la processione con la statua della Madonna, parte in mare e parte su terra ferma.

Dopo il ’68, a seguito del moto di contestazione che investì anche la Chiesa male interpretando la riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano Il, la processione fu sospesa.

Nel 1988, in occasione del quarto centenario della costruzione della chiesa, la Parrocchia chiese al Vescovo il permesso di ripristinarla. Il Vescovo lo concesse ad esperimento per un anno; ma l’esito fu così positivo ed incoraggiante che si ottenne l’autorizzazione a continuare. Pare, aggiunge D. Franco, che nel periodo di massimo sviluppo si dovette intervenire per porre un freno e impedire cha la festa esterna della Madonna d’Altomare prendesse il sopravvento su quella patronale della Madonna Addolorata.

Alla richiesta se fosse vero che l’arcivescovo Mariano Magrassi proibì l’uso di far riemergere dal mare la statua della Madonna in un tripudio fragoroso di popolo sostenuto dalla banda musicale e dai fuochi d’artificio, don Franco ha minimizzato l’accaduto, ma ha condiviso il parere dell’Arcivescovo sulla inopportunità di un gesto spettacolare che si richiama al mito pagano della Venere che esce dalle acque!